Il bene superiore

Su queste pagine ho più volte elencato gli elementi che credo definiscano la generazione che sento di poter chiamare mia.

Il primo, che ci distingue dalla generazione precedente, è il G8 di Genova, vissuto, o forse subito, ad un’età in cui eravamo abbastanza grandi da capire cosa stava succedendo, ma troppo piccoli per non esserne terrorizzati; il secondo, che ci separa da quella successiva, è un’adolescenza conclusasi prima che i social network diventassero un fenomeno di massa.

Il terzo è essere cresciuti insieme ad Harry Potter. Punto che probabilmente richiede alcuni chiarimenti.

Mio padre, anni fa, rispose in maniera impeccabile alla domanda di un quiz televisivo riguardante il basilisco (creatura magica che uccide con lo sguardo) e, di fronte alle espressioni stupite mie e di mio fratello, chiarì che tutto quello che sapeva sull’argomento lo aveva imparato da La Camera dei Segreti; d’altra parte, la saga è lì e rimane un ottimo prodotto di letteratura per ragazzi, ed è quindi inevitabile che abbia insegnato a leggere non solo a noi, ma anche a chi è venuto dopo. È stata ancora la mia esperienza ad insegnarmelo: l’anno scorso sono stato a Londra col mio amico Sebastiano, che ha quasi dieci anni meno di me, eppure ha accettato con entusiasmo di andare a visitare Minalima, il negozio che vende gli oggetti di scena creati per i film che la Warner Bros ha tratto dai libri della Rowling, e progettati dal duo di scenografi che ha avuto l’onore e l’onere di inventare l’aspetto visivo del suo mondo magico.

Questo, per dire che non sono sciocco: lo so che Harry Potter è stato ed è un fenomeno intergenerazionale; pure, non credo che l’abbiano vissuto con la stessa forza con cui l’abbiamo vissuto noi né i nostri “genitori”, che ne hanno fatto esperienza “per riflesso”, né i nostri “fratelli piccoli”, che hanno potuto permettersi di dare Harry per scontato perché, quando sono arrivati, lui c’era già. Quando io ho finalmente deciso di interessarmi ad Harry Potter, invece, avevo tredici anni, e la Rowling, fino a quel momento, aveva scritto solo tre romanzi: La Pietra Filosofale, La Camera dei Segreti e Il prigioniero di Azkaban; in quest’ultimo, il protagonista aveva la mia stessa età. Da quel momento, l’uscita dei capitoli successivi è coincisa più o meno con i miei compleanni, ed il mio diventare grande è stato parallelo a quello di Harry: abbiamo affrontato gli stessi problemi, vissuto le stesse sconfitte e sperimentato gli stessi, effimeri, succcessi. I doni della Morte, che chiude la serie, giunse nelle mie mani quando facevo l’ultimo anno di liceo, e non solo lo capii, ma ebbi la sensazione che, in qualche modo, anche lui avesse capito me: la mia frase precedente, “la mia generazione è cresciuta con Harry Potter”, va intesa in senso letterale, e tra le tre caratteristiche che ho elencato è probabilmente la più nostra; talmente tanto, che i ragazzi della Generazione Z non fanno altro che prenderci in giro, per l’affezione che proviamo nei suoi confronti.

Stante tutto ciò, dovrei forse rassegnarmi all’idea che io ed il mio amico Tiziano, con cui ho scritto Com’è che vincemmo il campionato e che ha soltanto un anno più di me, non apparteniamo alla stessa generazione.

Tiziano, infatti, durante l’adolescenza ha completamente ignorato Harry Potter, e solo di recente ha deciso di, ovvero è stato costretto a, recuperarlo. E discutere con una persona che ha molto in comune con me, dal punto di vista del “retroterra”, di un “oggetto culturale” che abbiamo conosciuto (ed amato) in due momenti così diversi della vita, è stata un’esperienza assai formativa, perché mi ha aiutato a “mettere a fuoco” alcune distorsioni di giudizio che sono inevitabili per chi ha “preso in mano” La Pietra Filosofale ad un’età così acerba.

Ad esempio: tutti i “potteriani della prima ondata” adorano ed anzi idolatrano Albus Silente, nonostante ne I doni della Morte l’autrice ce l’abbia messa tutta per cercare di smontare l’aura di semi-onnipotenza e bontà soprannaturale di cui l’aveva ammantato fino a quel punto: nel settimo romanzo, scopriamo che anche Silente ha i suoi lati oscuri, che commette degli errori (spesso, per eccessiva fiducia nei suoi mezzi intellettuali), che ha un’insana ossessione per il potere (che ha soffocato solo rinchiudendosi nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, a fare prima il professore e poi il preside) e che in gioventù ha professato ideali non molto diversi da quelli di Lord Voldemort, l’antagonista della storia, titanico e monumentale nella sua ossessione per la vita eterna ma, per il resto, in tutto e per tutto simile ad Adolf Hitler; antagonista che, pure, in età adulta ha avversato in maniera così virulenta da istituire un gruppo di resistenza clandestino (l’Ordine della Fenice) per opporvisi.

Ecco: questo personaggio così apparentemente perfetto per diventare un fan favourite, Tiziano non lo ama affatto; anzi, lo trova piuttosto antipatico. E, badate, non per via delle sue censurabilissime opinioni puberali, quanto piuttosto dell’atteggiamento con cui conduce, “da grande”, la battaglia contro Voldemort; ed in effetti, qualunque lettore un minimo avveduto, superata l’esaltazione per il piano tatticamente geniale che il preside orchestra per giungere, infine, alla sconfitta del Signore Oscuro, si sente al minimo a disagio, quando si rende conto della facilità con cui Silente mente, inganna, depista, in una parola manipola gli altri; non solo i suoi avversari, ma anche i suoi pretesi alleati. Tutto questo, in nome del bene superiore (citazione letterale del libro) che sente di star servendo, e che è forse il nome che da al suo desiderio di redenzione: ed alla fine, è vero che questo suo machiavellismo, questo suo anteporre il fine ai mezzi, questa sua disponibilità a sacrificare tutto, la vita non solo sua (di cui in fin dei conti dispone) ma anche quella degli altri, al suo obiettivo (che appare nobile, per carità), ne fa un personaggio quanto meno ambiguo; d’altro canto, altri personaggi della saga che perseguono la sua stessa linea di pensiero (Barty Crouch senior, ad esempio) ci vengono presentati sotto una luce completamente negativa.

Debbo quindi ringraziare Tiziano per avermi fatto porre a me stesso delle domande che ho trovato significative; ad esempio: ma Silente, in fin dei conti, è buono o cattivo? E poi: voler sconfiggere Voldemort è “bene”? Senza dubbio sì.

Ma affermare che qualunque cosa è “valida” per raggiungere questo scopo, è “bene”? Come avrebbero detto i Nomadi, per questo problema non ho soluzione.

Non di meno, si tratta di un problema assai fecondo: perché, se sostituite “Putin” a “Voldemort”, otterrete una spiegazione perfetta del motivo per cui io trovo così difficile intrupparmi in uno dei due schieramenti, nel conflitto che, con violenza forse inedita nelle ultime settimane, sta opponendo l’autocrate russo (perché io non sono così sciocco da credere che le decisioni sue e della sua cricca corrispondano a quelle di tutti i russi) ai potenti dell’Occidente (vale la stessa considerazione fatta in precedenza), sulla pelle dei poveri ucraini che si trovano a fare da cuscinetto tra gli uni e gli altri.

Putin, per me, rappresenta qualcosa di male, qualcosa a cui ho sempre sentito di dovermi opporre; le nefandezze da lui commesse mi sembravano abbastanza per odiarlo fin da prima che invadesse l’Ucraina. E pure, in questi giorni in cui sembra che Macron creda davvero di poter riuscire dove Napoleone ha fallito, in cui i leader di mezza Europa continuano a ripeterci si vis pacis para bellum, in cui i più seriosi giornali nostrani ospitano interviste a generali che sarebbe più onesto intitolare I want you! come nei manifesti di propaganda con lo zio Sam, non riesco a fare a meno di chiedermi: ma la sconfitta di Putin, che è qualcosa che auspico con tutto me stesso, vale davvero la carneficina che significherebbe una guerra “tutti contro tutti”?

E questa domanda vorrei farla anche a tutti quei miei coetanei, con cui condivido tantissime cose (magari, anche l’amore giovanile per Harry Potter), che sono sicuro essere in buona fede e che storcono la bocca, quando mi sentono esprimere le mie perplessità, riguardo il modo in cui l’Occidente, finora, ha gestito la questione russo-ucraina; a loro, vorrei chiedere: siete sicuri che la “dottrina Silente” sia bene?

E quanto, a cosa siamo disposti a considerare superiore il bene della sconfitta di Putin?

21 thoughts on “Il bene superiore

  1. Come Tiziano, ho snobbato Harry Potter; contrariamente a lui, mi son rifiutata di prenderlo in considerazione anche in seguito.
    Riguardo al parallelismo Voldemort – Putin, glisso per mia mancanza di elementi.
    Bel pezzo 👏

  2. il post mi è piaciuto molto, mi ha spiegato molto bene i guasti mentali profondi che, dal mio punto di vista, ha creato la lettura di questa saga.
    probabilmente non sono poi molto diversi da quelli che nella mia generazione hanno creato altre saghe come quelle dei romanzi di Salgari (però molto meno organiche e semmai piuttosto dispersive).
    forse ?questo post potrebbe essere l’inizio di una fase di presa di coscienza autocritica? vedremo…

    il piacere della lettura non ha diminuito di una virgola il dissenso netto sulle sue conclusioni, diciamo così, operative – dissenso già esistente in modo strisciante, ma mai così evidente.
    se per caso non ti disturba ti spiego perché invece io sono arrivato a malincuore ad augurarmi la più rapida vittoria possibile di Putin.
    primo: perché non lo demonizzo al modo in cui fai tu (ho letto Harry Potter da settantenne per tenere il passo con i nipoti, essenzialmente, ma con una certa noia: le avventure indiane di Sandokan, Yanez e Tremalnaik erano molto più mosse, imprevedibili e divertenti, a mio parere e già era incommensurabilmente più positivo che i buoni fossero inter-etnici). Al Sisi, che dieci anni fa condannò a morte più di 500 oppositori politici in una volta sola, o il principe dell’Arabia Saudita, per stare ai primi due esempi che mi vengono in mente, sono tiranni indiscutibilmente e feroci, macchiati direttamente di sangue: Regeni e quell’altro giornalista dell’Arabia Saudita fatto strangolare nel consolato saudita di Istanbul, e il doppiopesismo non mi piace. infine rifiuto il principio imperialistico dell’Occidente che pretende di applicare la propria concezione della politica a popoli che hanno culture molto differenti e una concezione diversa. ma questo è in fondo secondario: il punto cruciale è che questa guerra non può concludersi altro che con la vittoria della Russia, sul piano del confronto militare convenzionale, a meno che noi non finiamo per mandare davvero le nostre truppe al fronte per la quarta invasione occidentale della Russia da Napoleone in poi. e questo non lo voglio assolutamente. ma non voglio assolutamente che la Russia perda sul terreno soprattutto perché a quel punto sarebbe guerra atomica mondiale. il regime di Putin certamente non mi piace, ma certamente piace ai russi, come piaceva agli italiani quello di Mussolini o ai tedeschi quello di Hitler, e dopotutto alla fine sono affari loro e non nostri, o così dovrebbe essere. Putin sta facendo la guerra per due obiettivi tranquillamente condivisibili anche dalla cultura politica occidentale: l’irredentismo di una minoranza russa oppressa in Ucraina (come noi facemmo per Trento e Trieste, oltretutto per niente oppresse sotto Vienna) e la neutralità dell’Ucraina. erano i termini dell’accordo raggiunto ad aprile 2022, che poi l’Occidente ha rifiutato. Zelensky, il criminale traditore del suo popolo, che si fece eleggere promettendo trattative e pace con la Russia, rifiuta oggi perfino la tregua olimpica, in un momento che lo vede con l’acqua ala gola. prima verrà schiacciato con i partiti neonazisti che sostengono il suo governo e meglio sarà, soprattutto per gli ucraini, peccato che sia fallito il recente complotto per fare fuori il cocainomane, ufficialmente attribuito alla Russia, ma la vadano a raccontare a qualcun altro. e questo è tutto.
    cancella pure il commento, se ti disturba; me lo salvo e ripubblicherò da me, giusto per candidarmi a qualche nuova forma di repressione nel liberale Occidente, dopo i due processi politici già subiti nel liberale Occidente per le mie idee. ciao, il tono concitato delle ultime righe non riguarda te, di cui continuo a ritenermi amico, anche nel dissenso che ho evidenziato.

    • Non cancello nulla, ed anzi mi sento anche offeso che tu l’abbia pensato, se devo dirtela tutta…

      Comunque, non mi piacciono nemmeno bin Salman ed al Sisi, ma il mio articolo non parlava di questo; riguardo la guerra in corso, è difficile dire cosa vorrei, e l’articolo era proprio incentrato su questo tema: per parte mia, non vorrei che vincesse nessuno perché, avrò il distorto giudizio degli occidentali, ma Putin non mi piace e vorrei che gli mancasse il potere, e l’atteggiamento degli occidentali mi piace ancora meno, perché paiono disposti a mettere in gioco tutto, pur di schiacciarlo.

      Ai russi piace? Non lo so, ed è anche difficile stabilirlo, così come è difficile stabilire se agli italiani piace la Meloni o ai francesi Macron: per quanto mi riguarda, non mi piace nessuno di loro.

      In ultimo, comunque, io non volevo parlare dei potenti, ma delle “persone comuni”, che sembrano tranquillamente pronti a sacrificare qualunque cosa alla sconfitta di Putin.

      P.S.: a me piace un sacco anche Sandokan.

      • chiedo scusa se l’invito a cancellare il mio commento ti ha offeso; lo dicevo solo nel caso che proprio non avessi capito la tua posizione e fossi stato fuori tema, non per attribuirti volontà censorie che certamente non hai. ma, siccome, nel caso, non avrei più potuto farlo io, invitavo te a farlo al mio posto.

        ma vedo, anche dal resto del dibattito su questo punto, che non è così, e quindi la discussione continua, ottimamente.

        punti acquisiti:

        1. Putin non piace né a te né a me; faselo piacere sarebbe come farsi piacere Salvini, Vannacci o la Meloni. con questo credo di nessuno di noi due vorrebbe una guerra come quella ucraina anche in Italia, per liberarsi di loro. oltretutto è scientifico che, se ci fosse, aumenterebbe il consenso per loro, come in effetti sta avvenendo in Russia. a me dispiace perfino che qualcuno li contesti in qualche modo troppo plateale, facendo il loro gioco, figurati.
        2. ai russi piace Putin? io direi di sì, visto che piglia più del 70 percento dei voti; e la smetterei di dire che se le elezioni non vanno come piace ai boss occidentali sono truccate, e se piacciono a loro sono invece democratiche o liberali. nessun dubbio neppure che Zelenskij fosse piaciuto anche agli ucraini, alle ultime elezioni, visto che ha avuto una percentuale simile. oggi non so, perché il suo mandato sta scadendo e non ci saranno altre elezioni. io so anche che Modi vince le elezioni in India con percentuali dello stesso tipo, dopo avere dichiarato che i 250 milioni di musulmani che vivono in India sono traditori della patria, ma oggi alla maggioranza degli indiani, che sono hindu, va bene così.
        3. ?agli italiani piace la Meloni? anche qui io direi di sì, visto che la destra che sta guidando vince ogni tipo di elezioni o quasi. poi magari alcuni elettori di destra storcono un poco il naso su alcune sue scelte, come sicuramente faranno alcuni russi e diversi indiani hindu, per i risultati delle elezioni da loro, ma questi sono dettagli; alla fine è il risultato globale che conta. su Macron non mi esprimo, perché il sistema elettorale francese rende chiaro che la democrazia è il sistema politico che porta al potere la minoranza più forte e non sono affatto sicuro che rappresenti davvero la maggioranza dei francesi.
        4. io non credo proprio che il tuo auspicio sull’esito della guerra debba dipendere dalle tue preferenze personali (!ecco i guasti di Harry Potter!), e neppure dalle mie, del resto. un giudizio politico deve essere fondato su categorie completamente diverse: noi dobbiamo capire quali sono le decisioni politiche che possono diminuire rapidamente le sofferenze e le morti, e poco importa se vanno contro le nostre preferenze personali.
        5. l’unico modo di concludere una guerra senza la disfatta completa di una delle parti è un compromesso; in questo senso forse la pensiamo in modo molto simile, visto che un compromesso è un accordo in cui nessuna delle due parti vince o perde completamente. quindi io voglio un compromesso subito, non perché mi piaccia, ma per finirla subito con massacri e distruzioni (che oltretutto dovremo poi pagare noi).
        6. però non vi p nessun dubbio possibile, a chi segue la situazione, che chi rifiuta il compromesso, dall’inizio della guerra, chi ha fatto approvare al parlamento ucraino che proibisce le trattative e mette fuori legge chi ne parla, chi rifiuta perfino la proposta di una tregua olimpica oggi per paura che porti al compromesso, chi sta governando con i neo-nazisti, è Zelenskij, servo dell’Occidente che vuole sfiancare la Russia, ma rischia di sfiancare se stesso. un compromesso, già raggiunto ad aprile 2022 e fatto saltare da Johnson (!Johnson!) con un viaggio urgente a Kijv, sarebbe possibile anche domattina, risiglando l’accordo già raggiunto, che la Russia non ha mai disconosciuto e l’Occidente sì, come del resto l’Occidente non ha mai neppure voluto applicare gli accordi di Minsk, che non avrebbero neppure fatto cominciare questa guerra. li firmò soltanto per guadagnare tempo e prepararsi alla guerra; non lo dico io, lo ha detto la Merkel, che non a caso ha abbandonato la politica, prima di essere liquidata, quando ha capito come si stavano mettendo le cose.
        7. sull’atteggiamento attuale delle persone comuni, non solo in Ucraina, in Russia e anche in Italia, io non so più che cosa pensare e la cosa davvero mi rende disperato ogni volta che ci penso. carne da macello e popolo bue che si meriterà qualunque catastrofe in cui sarà trascinato. – ringrazio dell’ospitalità, ma non voglio insistere oltre, qui. ciao.
        • 1. E infatti è proprio quello che ho detto io: non considero la sconfitta di Putin (la sconfitta politica, non in questa guerra) un bene così superiore da giustificare una guerra;
          2-3. Ma possiamo basare quello che un popolo pensa del suo leader sui risultati delle elezioni? Non ho idea di come funzionino i sistemi elettorali russo, ucraino ed indiano, ma so che esistono dei modi per far sì che privilegino alcuni candidati al posto di altri, anche senza parlare di brogli (e qui non so dire dell’India, ma su Russia ed Ucraina dei dubbi li avrei). Infine, non negherai che chi ha il potere ha anche la possibilità di influenzare l’opinione pubblica e dunque “dirigere” il consenso.
          4. Ma io qui non sto facendo un discorso politico: sto riflettendo solo sull’indirizzo per così dire etico che do al mio pensiero. Che poi questo influenzi le mie scelte, e dunque, in maniera risibile, ovviamente, la politica, è un altro discorso.
          5. Siamo d’accordo.
          6. Io penso che in questo momento Putin riproponga l’accordo perché è un una posizione di forza sul campo, non so dire se l’avrebbe fatto in un altro momento. E comunque, anche lui avrebbe poche remore a fare carta straccia di un accordo raggiunto: e lo dico non per difendere Zelensky o Johnson, ma perché è così che va la politica internazionale, ahimè.
          7. Non lo so, io penso (o temo) ci siano anche parecchie persone “in buona fede”, che credono veramente di star combattendo una lotta contro l’impero del male. Ma il punto (ed era questo il senso di questo articolo) è: fosse pure vero, è lecito sacrificare ogni cosa (e prima di tutto, la vita di svariate centinaia di migliaia di russi ed ucraini) su questo altare?

          • ok, sul punto 1 è confermato che siamo d’accordo.

            sul punto 2 – 3: certamente le elezioni non bastano a definire quel che un popolo pensa dei suoi leader; oltretutto questo giudizio popolare sui leader può cambiare anche molto rapidamente: gli italiani entrarono nella seconda guerra mondiale a giugno 1940, entusiasti di Mussolini, ma tre anni dopo erano concordi nel volersene liberare, tanto da spingere perfino i fascisti stessi a cacciarlo dal governo. credo che concordiamo sulla manipolabilità estrema delle elezioni in qualunque tipo di regime e con metodi molto diversi. quindi occorre affidarsi ad indagini più attente per capire la condizione reale dell’opinione pubblica in un paese, e alla fine risulta indicativo il comportamento reale del popolo e anche dei gruppi particolari di attivisti. sulla base di questa analisi a me pare indiscutibile che il governo di Putin, che dura da 25 anni, gode al momento di un consenso reale molto diffuso; rivelatore è il fatto che la chiesa ortodossa lo sostiene su posizioni più oltranziste di lui, che l’opposizione comunista interna lo appoggia senza riserve nella politica estera, che le uniche vere opposizioni che ha sono di destra rispetto a lui, che i gruppi di oppositori filo-occidentali non hanno una vera popolarità (anche se la nostra propaganda li gonfia molto) e che l’ultimo amico degli americani, morto recentemente in Siberia, come si chiamava?, era un fascistoide razzista senza grande seguito. quindi forse concordiamo, almeno sulle valutazioni generali in merito ad elezioni e democrazia. le elezioni hanno comunque, secondo me, ben poco a che fare con la democrazia vera, almeno nella loro forma occidentale o liberale, come da ultimo si è cominciato a chiamarla correttamente.

            sul punto 4: ok. abbiamo sviluppato il discorso su piani diversi, e seguiamo metodi diversi. tu deduci le posizioni da sostenere dalle tue visioni etiche. io diffido dell’etica applicata alla politica, e sto con il vero Machiavelli: il potere va valutato da un punto di vista diverso. so di non essere troppo chiaro qui, ma mi sono già spiegato sul punto nell’altro commento.

            sul punto 6. Putin da subito ha proposto un compromesso; è stata l’Ucraina aizzata dall’Occidente a rifiutarlo; il suo punto di vista in Occidente è stato deformato: per lui questa era una operazione militare speciale, una specie di missione di pace senza mandato ONU per porre termine alla guerra civile nella Ucraina russofona, del tutto simile a quella che fece in Serbia l’Occidente nel 1999, togliendole il Kosovo, di popolazione albanese. non credo che si aspettasse una guerra globale di lunga durata; ha impegnato all’inizio solo una parte ridotta dell’esercito russo. questi sono fatti. non dovrebbe esserci dissenso sui fatti, ma invece resta. l’Occidente continua a volere prolungare la guerra giustificando la scelta con presunte ragioni morali (appunto!); non so se il calcolo sia corretto, a me pare di no.

            sul punto 7. la buonafede di alcune persone comuni che credono che Putin sia un mostro, un nuovo Hitler, e che quindi dobbiamo prepararci ad una terza guerra mondiale per salvare il mondo è indubitabile. ma la buonafede molto spesso è dei fessi.

            il punto cruciale qui, e la differenza netta di valutazione che permane fra noi due, è che tu sostieni che non vale la pena di sacrificare vite umane per difenderci dall’Impero del Male. io invece penso che, se fosse così davvero, purtroppo non avremmo scelta e la lotta all’ultimo sangue contro Putin sarebbe inevitabile, come lo fu, da un certo momento in poi, contro Hitler. io non sospendo il giudizio su Putin come te, io sostengo che Putin non è l’Impero del Male, è un leader abbastanza autocratico, non alieno dall’uso spregiudicato della violenza contro gli oppositori, ma sostenuto dal suo popolo; ce ne sono diversi altri e la politica funziona anche così. di alcuni siamo ottimi alleati, e non si capisce perché si debba fare la guerra solo a lui (o meglio lo si capisce benissimo, visto l’effetto serra che farà della Siberia la parte del pianeta meglio abitabile fra qualche anno).

            non condivido l’idea che non valga la pena di opporsi con tutti i mezzi ad una dittatura feroce e sanguinaria che volesse sottometterci; non sono un pacifista assoluto. semplicemente, questa raffigurazione di Putin come Voldemort non funziona, e del resto anche Harry Potter è disposto a tutto per salvare da lui se stesso e i suoi da Voldemort.

            ops, mi ricordo adesso che avevo promesso che non avrei replicato, ma mi sarebbe sembrato sgarbato risponderti soltanto da me. giuro comunque ce lo farò davvero se ci sarà un’altra replica tua.

            in ogni caso credo che abbiamo dato un’altra volta un esempio di discussione civile, orami rarissima, reciprocamente rispettosa e spero utile per entrambi ad approfondire conoscenze e punti di vista.

            • Stai dando per scontato qualcosa che non lo è: per me Putin non è Hitler né Voldemort. D’altro canto, cosa devo dire, che sono felice che un uomo de(l)genere abbia tutto quel potere? Per altro, a me pare che la generosa offerta di Putin sia un poco troppo facile, una volta che hai invaso un altro stato: c’è stato cinismo e calcolo da entrambe le parti. Ad ogni modo, io trovo la guerra attuale sbagliata da tutti i punti di vista: etico e politico.

              (Mi riservo una migliore risposta in un momento di maggiore lucidità, sono in smonto notte).

              • mi spiace costringerti quasi a questi sforzi, nella mia posizione privilegiata di pensionato quasi nullafacente, anche se al momento sotto antibiotici pesanti e defatiganti (infezione provocata dalla speronata sulla gamba del mio terribile gallo e quasi collasso del sistema immunitario…).
                no, non penso che per te Putin sia davvero Hitler o Voldemort, però penso che tu sia un pochino troppo condizionato dalla pressante propaganda che circola da noi e che lo presenta come tale.
                uno sguardo disincantato e triste sul mondo mostra che in questo momento tutte le principali potenze mondiali sono governate da personaggi sordidi o da veri e propri assassini: dall’India di Modi all’Egitto di Al Sisi, dalla Turchia di Erdogan, all’Argentina di Milei e all’Arabia Saudita. il nazionalismo cinese non è molto migliore, anche se almeno più circoscritto ai territori che la Cina considera parte del suo territorio (come del resto la Russia). l’Europa è governata dalla von der Leyen, giubilata in Germania per uno scandalo di corruzione sulle forniture militari, messo a tacere, come lì si fa, e in Europa coi vaccini ha fatto lo stesso; Biden ha jnteressi sordidi e ben documentati in Ucraina e verrà presto sostituito da Trump probabilmente. quello che penso è che siamo in mezzo non a troppi Hitler e Voldemort, ma ad alcuni sì, e altrove a corruzione, malaffare, istigazione all’odio, omicidio come metodo di governo, e magari la cosa riguardasse soltanto Putin. realisticamente io penso che Putin in politica estera sia stato messo alle strette e quasi trascinato in una trappola: non credo avesse calcolato la ferma volontà dell’Occidente di fargli guerra all’ultimo sangue. è aggressore certamente, ma, come scrissi una volta, anche Renzo era aggressore in casa di don Abbondio, e Manzoni beffardo dice che, a guardar bene, le cose non erano proprio come sembravano.
                l’Occidente si impegnò con Gorbaciov nel 1989 a non estendere la NATO, perfino la Germania orientale doveva restare smilitarizzata… e quando l’URSS di Kruscev collocò dei missili atomici a pochi km dagli USA nel 1962, per difendere Cuba da un nuovo tentativo USA di invasione dopo la Baia dei Prodi del 1961, Kennedy, il presidente democratico, minacciò la guerra atomica, e l’URSS li ritirò.
                in ultima analisi le guerre le fanno poi gli stati e non gli individui; la Russia è stata invasa dall’Occidente varie volte nella storia, ma ha invaso l’Europa orientale soltanto a seguito dell’aggressione hitleriana. non mi pare che abbia una tradizione di invasioni dell’Occidente, l’Occidente, al contrario sì.

                • Il contesto però non sminuisce le sue responsabilità, quanto di repressione del dissenso quanto di aggressore di un altro stato, e ben oltre i confini dell’area che dovrebbe riguardare la sua “operazione militare speciale”: a me pare che l’intenzione neppure troppo celata di Putin fosse arrivare a Kiev ed imporre un governo amico. Più o meno come facevano gli USA col “giardino di casa” quando si sentivano minacciati da un governo socialista. A me pare che tutti abbiano colpe; solo, non penso che Putin sia il male assoluto e che valga la pena di fare un “cada Sansone con tutti i filistei”.

              • ops, ho smentito il mio impegno di non replicare qui. l’ho fatto d’impulso e trascinato dal piacere della discussione, non per avere l’ultima parola. chiedo scusa.

                d’altra parte vedo almeno che le nostre posizioni si stanno almeno avvicinando reciprocamente almeno un poco.

  3. Pingback: il dissenso è prezioso: ai poli opposti, tra amici, sulla guerra in Ucraina. – comma22corpus

  4. Hay Potte o essi a suo tempo pechè me o egaaono e o tovai moto butto e non capivo pechè avesse avuto successo. Vedo WP mi sta censuando acune vocai come a ee e a ee; saebbe ‘ccasione pe scivee senza queste vocai de esto ne 1969 Peec scisse un inteo omanzo senza a vocae “e”

      • E’ word press che misteriosamente ogni tanto in qualche sessione ignora la pressione di alcuni caratteri, nel commento precedente erano la erre e la elle. Ora sta funzionando. Forse a Perec era successa una cosa analoga nella sua macchina da scrivere meccanica dove potrebbe avere avuto la “e” guasta. E lui di necessità ne avrà fatto virtù. Mia supposizione ovviamente.
        Tornando ad Harry Potter, volevo dire che ho letto i primi 3 romanzi a suo tempo perchè me li regalarono e li trovai insulsi einfantili. Mi meravigliai di come potessero avere successo.
        Deve essere una cosa generazionale quella di infatuarsi di certe opere che, pure non eccelse, capitanon nel momento giusto della formazione della nostra personalità e si incastrano perennemente in noi. Ho avuto una dicussione simile con una blogger che stravedeva per il film Avatar che io giudicavo, e giudico, orribile al limite dell’osceno.

        • A parte che non considero così infantili quei libri neppure oggi, che ho uno sguardo molto più critico sugli amori dell’infanzia, certe cose colpiscono solo se arrivano nel momento adatto. Mi capita, talvolta, di dirlo di film molto recenti o molto “passati”: non sono il pubblico giusto.

  5. Io chiederei al popolo ucraino, regione per regione (perché ogni regione potrebbe avere risposte differenti), cosa si auspicano. Passare ai russi? Arrendersi? Insistere? Capitasse a me, direi che tutto andrebbe bene, pur di smetterla con i massacri.

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