Se proprio ci tenete

(Nel momento in cui pubblicherò queste note, probabilmente, su quanto accaduto ieri a Washington sarà già stato scritto tutto, ed il contrario di tutto; per di più, ho buttato giù queste righe, per così dire, in diretta, mentre scorrevano le immagini, assurde, di un tentativo di “conquista” che non avrei mai creduto di vedere coi miei occhi nel corso della mia vita. D’altronde, non avrei mai creduto neppure di vedere una pandemia globale, eppure.

Questi miei appunti, scritti solo per fissare dei pensieri che si accavallavano, probabilmente saranno ridondanti, poco eleganti, slegati ed a tratti intollerabili; queste, d’altronde, sono caratteristiche proprie di tutto ciò che scrivo, anche se voi forse non ve ne siete mai accorti. Le lascio qui, credo, più per me che per voi, per ricordarmi cosa stavo pensando mentre stava accadendo qualcosa che all’inizio non riuscivo a capacitarmi potesse essere vero. Non hanno grandi pregi, come detto; al più, posso dire che sono immediate. Praticamente, anzi, non le ho rilette, anche se le ho scritte più volte.

Ma, se proprio ci tenete, buona lettura)

Sono stato al Campidoglio…

La domanda che, per prima, mi è salita alle labbra mentre, attonito, osservavo le immagini degli uomini arrampicati sulle scalinate del Campidoglio è stata: come?

Trovare Montecitorio, a Roma, non è difficile: si seguono le indicazioni per piazza del Popolo, si prende via del Corso e, ad un certo punto, ce lo si trova sulla destra; non di meno, dubito che, giusto per citare un episodio “caldo” della nostra storia recente (il cui carico di “aspettative”, comunque, non era nemmeno paragonabile a quello della seduta parlamentare che si è svolta ieri a Washington), in quel giorno di agosto di ormai due anni fa in cui Matteo Salvini entrò in parlamento con l’idea, folle per tutti tranne che per lui, di sfiduciare il governo che lo stava facendo galoppare nei sondaggi e di assumere i “pieni poteri”, sarebbe stato possibile raggiungere piazza Colonna (che, per chi non lo sapesse, è lo spazio su cui Montecitorio si affaccia) con un pieno di armi e di palesi cattive intenzioni pari a quello che si portava dietro chi, ieri, ha assaltato non un palazzo, ma un’istituzione, l’ha occupata dopo averne forzato le finestre ed ha probabilmente causato la morte di una persona: anzi, mi sembra di ricordare per esperienza diretta che, a meno di essere visitatori autorizzati, nei giorni in cui il parlamento è in seduta ai palazzi in cui si riunisce non ci si possa proprio avvicinare.

Davo per scontato che le stesse regole valessero un po’ ovunque; specialmente a Washington dove, credo, trovare il Campidoglio è ancora più semplice che trovare Montecitorio, dal momento che a vederlo in televisione è assai più mastodontico del tutto sommato austero edificio romano: evidentemente mi sbagliavo, e negli Stati Uniti è possibile che una folla come quella che tutti ieri sera abbiamo visto, inalberando simboli impliciti ed espliciti che rendono chiaro quale sia il suo intento, riesca ad avere la meglio delle forze e delle misure di sicurezza che dovrebbero difendere il cuore della (pretesa) maggiore democrazia del mondo. Purché, sembrerebbe, quella folla sia composta in maggioranza da maschi bianchi di mezz’età: e forse sta tutto qui il punto; chi, ieri, è sciamato nelle sale del Campidoglio rappresentava la maggioranza di privilegiati che la polizia, ed anche la politica (intesa nel suo senso più ampio e in certo modo deteriore), è abituata a salvaguardare e non a temere.

Figuriamoci, poi, a contrastare.

La parola con la t

D’altronde, è un pregiudizio ben radicato nella mentalità occidentale, quello per cui persone con quelle caratteristiche siano “i buoni”: e credo sia questo pregiudizio che spiega perché ieri, nella lunga diretta che Rai News 24 ha dedicato agli eventi, nessuno, nemmeno un assai indignato Friedman, ha pronunciato e nemmeno evocato la parola che mi sembrava più adeguata a descrivere la situazione in atto: terrorismo. Eppure, ho ragione di credere che questa parola sarebbe immediatamente rimbalzata tra le redazioni giornalistiche, se a portare un attacco di quelle proporzioni, capace di far interrompere i lavori parlamentari e di far condurre i membri del congresso in una base militare, fossero stati, che so, dei palestinesi, e non dei cittadini americani (anzi, il fior fiore della cittadinanza americana); lo stesso Trump, verosimilmente, ne avrebbe parlato in questi termini, anche perché in passato più volte non ha dimostrato alcuna remora ad etichettare in questo modo iniziative di ben altra intensità, come quelle del Black lives matter o del movimento antifascista americano. Contro queste realtà, anzi, il presidente uscente non ha esitato a scatenare la guardia nazionale che ieri, invece, è stata mobilitata solo con grande prudenza, quando è stato chiaro, visto il tacito rifiuto di Trump di “richiamare le sue truppe”, che la situazione non avrebbe potuto essere controllata altrimenti.

Basta considerare questa differenza di trattamento, e come sarebbero evoluti gli eventi se di fronte al Campidoglio, invece che questi reali terroristi bianchi, ci fossero stati dei pretesi terroristi di colore, per comprendere perché, almeno in un senso puramente simbolico, quei terroristi trumpiani hanno vinto.

Hasta la vista, baby

Ma del simbolismo i trumpiani non sanno che farsene; anzi, essendo il loro un movimento schiettamente fascista, è verosimile che guardino ad esso con sospetto. Non è stato con l’intento di “dare un segnale” o di “significare qualcosa” che ieri i terroristi trumpiani sono entrati al congresso da una finestra; al contrario, avevano un obiettivo, tanto chiaro quanto folle: quello di convincere o, che è lo stesso, di costringere i membri del congresso a rimettere Trump sul trono dell’impero degli Stati Uniti. In questo modo, avrebbero da un lato salvato le apparenze della democrazia, fondamentali per la loro rappresentazione degli Stati Uniti come “posto migliore al mondo”, e soddisfatto il loro desiderio di vedere il più alto “esemplare” della loro “specie” su quello che stupidamente considerano ancora “il tetto del mondo”. In questo, non sono riusciti e, anzi, dirò di più: è verosimile che col loro atto abbiano reso impossibile non solo in tempi brevi, ma in eterno, il ritorno del magnate alla carica di presidente degli Stati Uniti.

Si può infatti ignorare quel che le proprie azioni significano finché si vuole, ma sta di fatto che quelle azioni quel significato continueranno ad averlo: ed i terroristi scesi in piazza ieri, come accennato nel primo paragrafo, non si sono limitati a prendere d’assalto un palazzo. Hanno attaccato un’istituzione che per molti americani rappresenta qualcosa e, quel che è peggio, hanno interrotto un rito, un rito della religione civile americana; per di più, millantando di volerlo riportare ad una purezza che in molti non credono affatto essere stata compromessa.

Compiere un’azione del genere è più che illegale, è blasfemo. E gli americani, che sono religiosi ed anzi superstiziosi (come del resto erano anche i romani e gli ottomani, signori di due imperi che li hanno preceduti e che sono crollati rumorosamente come sta crollando il loro), hanno dimostrato in passato di essere affascinati e di perdonare facilmente i criminali, purché siano ricchi o, almeno, famosi, ma di non poter tollerare chi attenta a quello che considerano sacro; lo hanno capito benissimo i compagni di partito di Trump che, non appena è diventato chiaro che era lui il mandante della presa del Campidoglio, hanno iniziato a scaricarlo, invitandolo a prendere le distanze da un atto da cui sapevano che il presidente uscente non si sarebbe dissociato.

Insomma, dove non sono riusciti Biden, i tribunali, la Corte Suprema, pare siano riusciti gli stessi sostenitori che Trump agitava come spauracchio contro i suoi avversari: dopo un evento inaudito come quello di ieri sera, solo un aspirante suicida dividerebbe una campagna elettorale con Trump, ed il partito repubblicano, piuttosto che lui, farebbe meglio a candidare John Wilkes Booth, l’uomo che uccise Abraham Lincoln.

34 thoughts on “Se proprio ci tenete

  1. Dici bene, inaudito. Come inaudito il fatto che questo evento pare non fosse atteso, che le forze di sicurezza non fossero pronte. Oltre che inaudito, anche un po’ strano.

  2. Sono sgomento.
    Il peggio della società americana è emerso in diretta davanti agli occhi di tutti.
    Ci vogliono punizioni esemplari, frase fatta, lo ammetto.
    Ma devono trovare il modo di punire Trump, persona che non merita nulla, ignorante, razzista e stupido q.b.

    • Q.b.? A me sembra che sia tutto quello che tu dici, e per di più megalomane e spregiudicato, al massimo grado.

      Secondo me questo non è il peggio della società americana: è LA società americana, la sua anima profonda. Questo è il sogno americano che si avvera (cit.).

      • non dimenticherei che nel 1963 l’America profonda seppe fare ben altro colpo di stato liquidando un presidente troppo democratico, Kennedy, e riuscendo a creare un casino mediatico tale – con i mezzi limitati di allora – che non ci si vede chiaro neppure adesso sessant’anni dopo.
        vi fu coinvolto, come agente della CIA anche Bush senior, che poi diventò presidente; ed è dal figlio che è venuta la definizione della tragica farsa di queste ore come colpo di stato da repubblica delle banane: un giudizio da esperto…

  3. ottimo, naturalmente.
    ma due puntualizzazioni da parte mia:
    1. una parte della polizia ha apertamente fraternizzato con gli eversori golpisti trumpiani (non mi viene di chiamarli terroristi, riservo la parola ad altre tipologie di azione politica violenta).
    2. la Guardia Nazionale non è stata mobilitata da Trump, che avrebbe volentieri lasciato procedere le cose per il loro verso, ma dal vice Pence, che di fatto lo ha esautorato.
    la cosa sorprendente è che abbiano obbedito a Pence, che non aveva nessun potere legale di dare ordini al posto del Presidente.

    • 1. Davvero? Non ho trovato nulla a questo proposito. Certo non faccio fatica a crederlo.
      2. Non lo sapevo nel momento in cui ho scritto l’articolo. È coerente col quadro complessivo, e con la stupidità dell’uomo: davvero credeva che il partito repubblicano si sarebbe lasciato placidamente calpestare da un gruppuscolo di redneck esagitati?

      • aldilà del comportamento generale (come tu stesso hai rilevato, come sarebbero andate le cose se questi fossero stati neri o anche latinos o nativi?), ho visto anche un video in cui un panzuto policeman si faceva fotografare sorridente assieme a un bizzarro golpista.
        certo, tutto questo sa di farsa adesso, perché la maggioranza della polizia ha resistito, ma che cosa saremmo a dirci se il golpe fosse riuscito? e io penso che non ci sia mancato molto.

  4. beh, sono contento che tu alla fine abbia deciso di pubblciarlo. immaginavo avresti ampliato la riflessione a Q+ & affini, ma forse non ce n’è nemmeno bisogno. i repubblicani, in ogni caso, hanno una responsabilità enorme (ancorché prezzolati dal medesimo, il che non è banale), perché sapevano perfettamente che tutto questo sarebbe successo.

    • Hanno fatto una scommessa, e gli è andata male: non hanno voluto mollare Trump prima, perché comunque ha dimostrato di poter smuovere un numero enorme di elettori, ma era da tempo che aspettavano un redde rationem. Probabilmente non si aspettavano (dirò di più: non speravano in un evento simile.

      No, non ho pubblicato una riflessione aggiuntiva su QAnon. Ma forse troverà spazio su queste pagine in futuro.

  5. A me la cosa che forse più di tutte mi lascia sgomenta è il fatto che la polizia si sia schierata, almeno in parte, con quei folli esaltati. Il razzismo e le ideologie estremiste hanno portato a questo: a forze dell’ordine che sparano a un afroamericano disarmato per una banconota falsa, ma permettono che il Campidoglio venga occupato da una folla pericolosa. Trump dal canto suo fa buon viso a cattivo gioco, non condanna ciò che è accaduto e non ha mobilitato la guardia nazionale quando avrebbe dovuto. C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel sistema di valori che si è venuto a creare

    • Non sono affatto stupito dal comportamento della polizia invece, ed ho tentato di spiegare perché in questo articolo: da sempre la polizia è il cane da guardia dei privilegiati, che sono coloro che ieri hanno assaltato il parlamento temendo una contrazione dei loro privilegi (che certo, per altro, non avverrà con Biden). Cosa ci si aspettava che facessero?

  6. Da ieri mi perseguita il pensiero di cos’altro possa accadere se nello Stato che per antonomasia porta la bandiera della democrazia (perchè Clio gliel’ha consegnata e temo – ahinoi – si sia pentita ) accade un simile atto (che a ragione definisci terroristico). C’è stata l’epifania ieri di quello che realmente è la società americana e che a vario titolo hanno descritto Philip Roth, Denis Johnson, Jeffrey Eugenides (e molti altri che sto impunemente dimenticando)… le loro non erano solo fantasie.
    In un video trasmesso su Sky (di derivazione CNN) si vede chiaramente uno dei manifestanti agitare una bandiera cubana… e mi sono chiesta: non aveva altre bandiere in casa? La bandiera cubana è simbolo di una rivoluzione e quindi andava cmq bene? O cos’altro?
    Fra i fomentatori della protesta c’erano complottisti, no vax, etc… insomma un fritto misto esplosivo!
    In tutte le proteste o le manifestazioni sostenute da falangi violente la cosa che noto sempre e che mi fa andare in bestia è la distruzione di edifici, delle strumentazioni delle tv e quant’altro abbia la sfiga di trovarsi sul percorso di queste bestie (diversamente non mi viene da definirle).

    • Sei sicura che fosse cubana? Io credo fosse texana, o che l’abbia confusa con quella texana. Questo movimento fascista non credo possa avere per riferimento Cuba.

      Preferisco la distruzione delle cose alla distruzione delle persone, e pur non condividendo questo gesto mi sembra, come dire, naturale che abbiamo danneggiato il Campidoglio.

      • La bandiera texana ha una sola striscia bianca e una blu, una stella bianca in un rettangolo rosso. Quella che hanno inquadrato era una stella bianca in un triangolo rosso e più strisce bianche e blu… non so se poi la bandiera texana abbia varianti che la rendono più simile a quella cubana e allora ci sta che possa aver preso uno svarione. Tolto il fatto che, ovvio, meglio alle cose che alle persone, trovo inaccettabile il danno alle cose che poi – piaccia o no – ripagherai comunque tu che lo hai causato con i soldi pubblici, togliendoli a qualcosa di più importante.

  7. Preferisco di gran lunga il redneck suprematista che si butta in prima linea. Lo riconosci più facilmente, e gli si può riordinare più facilmente le idee a manganellate; se, com’è successo, un oscuro burocrate rende inutilizzabili un mezzo migliaio di vaccini perchè gliel’ha detto QAnon, ha sempre il beneficio del dubbio, con un buon avvocato può sempre passarla più o meno liscia.

  8. In questo partito repubblicano, Booth avrebbe piu’ di qualche chance.
    Sara’ interessante vedere, nei prossimi mesi e anni, se quella fra trumpiani e non-trumpiani potra’ diventare una frattura redical all’interno dei conservatori americani, o se invece riusciranno a ricompattarsi (magari arruolando parte dei liberals…)

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